Cane strappato all'eutanasia, vivo per miracolo

Cane strappato all’eutanasia: la fine evitata per un soffio

Ci sono storie che ci lasciano sospesi a metà: da una parte il dolore e lo sdegno nei confronti degli esseri umani, da una parte un briciolo di speranza in più proprio nei confronti dell’uomo. Come si fa a essere così divisi? Ve lo spieghiamo raccontandovi la storia di questo cane strappato all’eutanasia.

Cane strappato dall'eutanasia

Stella, il nome del cane strappato all’eutanasia, è una setterina che ha vissuto per ben quindici anni in compagnia di una donna. A raccontare la sua storia è stata l’associazione di volontari romana MondoCane Italia, che l’ha seguita nelle sue ultime e drammatiche peripezie.

In sostanza, la donna con cui ha condiviso una lunga vita, a un certo punto, non voleva più saperne di lei. Non è possibile entrare nel dettaglio cercando di capire cosa sia successo. La setterina sembrava ben curata e in salute ma la donna, anziana, un giorno si è recata dal veterinario e ha fatto qualcosa di orribile.

In pratica, ha chiesto al dottore di praticare l’iniezione letale a Stella. La donna avrebbe detto al veterinario che la cagnetta doveva morire per “gravi problemi familiari”. Per fortuna, e questo ci restituisce fiducia nel genere umano, il dottore si è rifiutato e il cane, strappato all’eutanasia, è stato tolto all’anziana.

Stando a quanto racconta Mondocane, il veterinario non ha potuto fare a meno di rilevare la voglia di vivere di Stella, che non smetteva di scodinzolare e di guardarlo con amore. Il suo comportamento sprizzava gioia e di certo non sembrava un cane ingestibile o che potesse dare problemi.

Non è dunque dato sapere quali siano i motivi per cui l’anziana volesse porre fine alla sua vita, ma ciò è bastato a renderla imperdonabile. Il veterinario ha così contattato l’associazione, che ha deciso di provare a farla adottare.

Purtroppo non sappiamo come sia finita, perché la storia risale a ben due anni fa, ma la verità è che di certo Stella ha già vinto riuscendo a sfuggire alla morte che le era stata imposta. E di questo dobbiamo anche ringraziare l’onesto ed empatico veterinario.

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