Mamma gatta dal manto arancione

Mamma gatta con una zampa amputata supplica di prendersi cura dei suoi cuccioli

Sulle montagne coreane, degli esploratori si imbatterono in una mamma gatta. Nessuno capì cosa ci facesse lì: del resto, non era proprio l’habitat naturale per un micio. Inoltre, era totalmente immobile. Rimaneva nella medesima posizione e non aveva l’aspetto di una tipica randagia. Con tante domande che gli frullavano per la mente, il gruppo decise di scendere. Proprio a quel punto, però, si sollevò un miagolio e allora cominciarono a mettere a fuoco. Il felino aveva perso una zampa: per questo evitava di muoversi.

Mamma gatta supplica disperatamente aiuto per i suoi cuccioli

Mamma gatta dal manto arancione

Quindi, a uno a uno i suoi quattro cuccioli sbucarono da una roccia! Una volta finito di ricevere il latte dalla loro madre, si sarebbe rivelato complicato procacciarsi del cibo. Così gli eroi di giornata si misero la mano sul cuore e decisero di portarli in una struttura che avesse i requisiti idonei a prendersene cura.

Per attirarli a sé, li convinsero con un’offerta di pace: del buon cibo, che probabilmente i piccoli non avevano mai mangiato, ma di cui ne erano terribilmente attratti, dato il profumino emanato. Fu difficile convincerli, visto che non appena cercavano di fare un passo verso di loro, si ritraevano, spaventati degli sconosciuti, sulle cui bontà intenzioni erano ancora indecisi.

Al contrario, la mamma gatta diede immediata fiducia. Secondo la tesi prevalente, in una vita passata aveva un proprietario, dalla quale era stato poi abbandonata, malgrado avesse la capacità di interagire benissimo con l’uomo. Il prossimo passo sarebbe stato quello di portarli in clinica. I dottori si accertarono delle condizioni di ciascuno, concentrati soprattutto sulla madre, vista la zampa amputata.

Mamma gatto con i suoi cuccioli

I dottori stabilirono che non avesse contratto nessuna infezione e per questo la definirono parecchio fortunata. In quelle circostanze sarebbe stato semplice riscontrare problemi di salute, che l’avrebbero impossibilitata a occuparsi dei piccoli. Nei giorni successivi, sotto il costante monitoraggio dello staff, tutti riacquisirono le complete forze, ricevendo le medicine di cui avevano esigenza.

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