Contadino cattura un animale selvatico: pensava fosse un gatto

Contadino cattura quello che crede essere un gatto randagio, invece era un animale selvatico

Capita spesso, soprattutto in periferia di vedere animali selvatici, solitamente si incontrano volpi, cinghiali, lupi, lepri. Questa contadino invece, non aveva la più pallida idea dell’animale che girovaga da tempo nelle sue terre. Tant’è che l’uomo credeva fosse un gatto, che probabilmente si era smarrito. Quando lo ha catturato per consegnarlo ai volontari ha scoperto che non era affatto un gatto, ma un selvatico.

Contadino cattura un animale selvatico: pensava fosse un gatto

Il contadino non sapeva di aver catturato un animale selvatico

Un agricoltore da circa 6 mesi aveva notato un gatto randagio, che girovagava nelle sue terre, tra le montagne di Ozark, nel Missouri. L’uomo pensava si fosse smarrito ed avesse bisogno di aiuto, così cercò di prenderlo. Ma, non appena si avvicinava all’animale questo scappava. Così decise di tendergli una trappola, mettendo del cibo in una gabbia catturante.

Contadino cattura un animale selvatico: pensava fosse un gatto

Riuscì a prenderlo e lo consegnò alla Turpentine Creek Wildlife Refuge (TCWR) in Arkansas. La responsabile dell’associazione si è accorta immediatamente che quello che aveva davanti non era un gatto domestico. Si trattava di un animale selvatico, il servalo africano, appartenente sempre alla famiglia dei Felidi. Il servalo ha della gambe lunghe, una testa piccola contornata da grandi orecchie e delle macchie scure su un mantello dorato.

Contadino cattura un animale selvatico: pensava fosse un gatto

Il veterinario ha stimato che l’animale avesse circa tre anni e non si spiegava come fosse riuscito a resistere alle basse temperature. Ed era questo il motivo per cui si rifugiava nel fienile del contadino, per tenersi al caldo. Tuttavia, il gatto selvatico non era in ottima salute perché aveva un’infezione grave ad una zampa. Quindi molto probabilmente non sarebbe sopravvissuto a lungo se il contadino non l’avesse consegnato ai volontari. Successivamente l’animale fu curato da un team di specialisti ed ora vive nel rifugio, dove i dipendenti si occupano della sua nutrizione.

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