Orso polare: una nuova scoperta

La coraggiosa migrazione dell’orso polare: sfide e pericoli nel mare artico

L’orso polare, maestoso predatore dell’Artico, è un’icona dei paesaggi ghiacciati del Polo Nord. Questi magnifici animali dipendono fortemente dai ghiacci marini per la loro sopravvivenza, utilizzandoli come piattaforme di caccia per predare le foche e come luoghi di riposo durante i lunghi mesi invernali. Tuttavia, il rapido scioglimento dei ghiacci a causa del cambiamento climatico sta mettendo a dura prova la sopravvivenza di questa specie iconica. La riduzione dell’estensione e dello spessore dei ghiacci marini ha costretto gli orsi polari a percorrere distanze sempre più lunghe alla ricerca di cibo, mettendo a rischio la loro salute e la loro capacità di sopravvivenza.

Orso polare: una nuova scoperta

Una nuova scoperta riguardo l’adattamento dell’orso polare al cambiamento climatico

In uno studio condotto nel mare di Beaufort, a nord dell’Alaska, è emerso un dato straordinario riguardante un orso polare che si trovava alla disperata ricerca di un blocco di ghiaccio su cui riposare e cacciare. Durante un viaggio epico che ha catturato l’attenzione dei ricercatori, l’orso ha compiuto una nuotata senza precedenti di 687 km in soli 9 giorni, sfidando le acque freddissime dell’Artico, dove le temperature oscillavano tra i 2 e i 6 °C.

Orso polare: una nuova scoperta

Questa nuova scoperta è stata pubblicata sulla rivista “Polar Biology“. Solitamente, gli orsi polari si spostano tra la terraferma e i blocchi di ghiaccio per cacciare le foche, ma il rapido scioglimento dei ghiacci causato dal riscaldamento globale li costringe a viaggiare distanze sempre maggiori, mettendo a rischio la loro stessa sopravvivenza e quella delle future generazioni. Durante il periodo di ricerca, l’orso ha perso il 22% del suo grasso corporeo.

Orso polare: una nuova scoperta

Utilizzando un collare GPS e un registratore di temperatura impiantato sotto la pelle dell’animale, i ricercatori hanno potuto monitorare attentamente i movimenti dell’orso e determinare quando si trovava in acqua. Questa tecnologia ha permesso loro di documentare in dettaglio il comportamento eccezionale di questo predatore artico, facendo ottenere nuovi risultati.