Manuel MagariniE se, in qualche modo, avesse capito che quella era la casa giusta per chiedere aiuto? Era maggio quando un gatto anziano entrò nell’abitazione di estranei. Stremato, cercava disperatamente qualcuno che potesse occuparsi di lui. Non poteva scegliere posto migliore, sicché lì ci abitava un grande amante dei felini: si chiamava Andrea e svolgeva servizio di volontariato presso un’associazione.
Quando lo incontrò ebbe un sussulto. Stabilire da dove l’ospite fosse saltato fuori era impossibile, ma sulle condizioni di salute precarie del piccolo ne era certo. Era sordo e probabilmente soffriva anche di altri disturbi.
Dalla strada all’incontro che gli ha cambiato la vita: il riscatto del gatto
Per avere un quadro clinico dettagliato, lo portò in uno studio veterinario, dove arrivarono altre cattive notizie. Difatti, soffriva di varie eruzioni, ma, soprattutto, aveva l’HIV felino. Alla visita emerse che aveva un microchip e, dunque, apparteneva a qualcuno. Ma chi lo avrebbe mai lasciato andare in giro tutto solo?
Andrea partì, allora, alla ricerca di informazioni sul conto del baffuto ed entrò in contatto con i membri di un rifugio. Che spiegarono di averlo ospitato almeno un giorno, prima di affidarlo a dei nuovi proprietari. Probabilmente lo avevano abbandonato o così pensava lui, sicché, una volta entrato in contatto con la madre adottiva, lei negò di essersene sbarazzata.
In seguito, lo aveva preso con sé una donna di buon cuore. E allora perché non lo sottopose agli opportuni trattamenti? Sul conto del gatto nessuno le parlò del delicato quadro clinico. E, poi, passava poco tempo a casa, non il massimo per un micio affetto da sordità.
xA quel punto il quadrupede fede irruzione nella casa di Andrea, manco sapesse che era la persona giusta da contattare. L’uomo gli prestò assistenza e lo lasciò a un centro specializzato, che gli trovò una nuova famiglia. Qui, insieme a un “fratello”, avrebbe potuto passare il resto dei suoi giorni circondato di amore.
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Emanuele De Sanctis
