foto Utaurora comosa

Scoperta una nuova specie animale sottomarina vissuta 500 milioni di anni fa

Attraverso uno studio su dei nuovi fossili, è stata scoperta l’esistenza di una specie animale sottomarina, ormai estinta, chiamata “Utaurora comosa”. Questo animale aveva presumibilmente 5 occhi e abitava i mari della terra circa 500 milioni di anni fa.

Questo animale abitava gli abissi mezzo miliardo di anni fa

Secondo un’indagine condotta dagli scienziati di Harvard, l’Utaurora comosa apparteneva a un gruppo di artropodi ormai estinto, chiamato opabinia regalis. Secondo recenti studi compiuti dagli accademici, il fossile di questo esemplare faceva parte della formazione Wheeler nello Utah, USA, in un sito risalente al Cambriano medio.

Uno degli autori dello studio, Stephen Pates, ha individuato una serie di irregolarità nei resti fossili dell’esemplare di Utaurora comosa. Alcune caratteristiche non corrispondevano al gruppo tassonomico a cui era stato assegnato in precedenza, quello dei radioodonti.

Dopo aver attuato dei nuovi studi filogenetici per determinare la linea evolutiva della specie, in cui è stato confrontato con 43 fossili e 11 taxa viventi di artropodi, radioodonti e altri panartropodi, è stato scoperto che questo fossile fosse è più strettamente correlato ad una specie del gruppo staminale ‘Opabinia’.

A quanto pare, gli opabinidi sono stati il primo gruppo genetico ad aver avuto la bocca rivolta all’indietro, ed erano caratterizzati da un prolungamento indipendente del tubo digerente. Questo prolungamento è stato nominato proboscide frontale.

Questi esseri erano anche dotati di 5 occhi ben definiti, di particolari solchi intersegmentali lungo il dorso e dalle spine dentate accoppiate della coda. Quando l’Utaurora fu esaminato per la prima volta, si pensava che gli opabinidi e i radioodonti formassero un gruppo monofiletico chiamato dinocaridi.

Negli ultimi 15 anni però, sono state scoperte numerose specie diverse di radioodonti, che hanno permesso di identificare varie differenze tra i gruppi. Grazie ai progressi nelle tecniche di ricerca filogenetica e morfologica, gli studiosi sperano di individuare più informazioni sull’evoluzione di questo animale, e sulla sua correlazione con gli artropodi moderni.